Il LEGAME A PONTE IDROGENO
Evidenza del Legame Idrogeno Si considerino gli idruri più semplici degli elementi del quattordicesimo gruppo (ex IV). Se si costruisce un grafico nel quale in ascissa si pongono le sostanze in ordine sequenziale di peso molecolare crescente e in ordinata il relativo punto di ebollizione, si osserva un graduale aumento di questa proprietà. Punti di ebollilzione normali (idruri del 14° gruppo) L'aumento del punto di ebollizione è spiegato considerando che le molecole aumentano di dimensione e hanno un numero di elettroni maggiore; questo fatto determina un aumento delle forze di dispersione a causa della maggiore polarizzabilità. Se adesso ripetiamo l'operazione con gli idruri degli elementi del quindicesimo, sedicesimo e diciassettesimo gruppo (ex V, VI e VII), noteremo qualcosa di diverso. Punti di ebollilzione normali (idruri del 15°, 16°, 17° gruppo) L'andamento crescente risulta preceduto da un grossa diminuzione, come se i capostipite di ogni gruppo avessero un comportamento fuori da uno schema generale, presentando un valore della temperatura di ebollizione dei loro idruri abnormemente superiore a quello che avrebbero dovuto avere qualora rispettassero il trend generale. Evidentemente, oltre alle forze di dispersione, per le tre sostanze (H2O, HF e NH3) deve essere presente una ulteriore forza intermolecolare attrattiva che è necessario vincere mediante un significativo ammontare di energia termica. Tale forza intermolecolare è descritta come legame idrogeno. Si tratta di una particolare interazione dipolo-dipolo con azioni più intense, e si verifica solamente quando l'atomo di idrogeno appartiene a uno dei due dipoli interagenti. Come si manifesta il legame idrogeno in NH3, H2O, e HF Le strutture delle tre sostanze (NH3, H2O, e HF) sono schematicamente rappresentate nel disegno seguente: Per esse si possono evidenziare le seguenti condizioni:
Se due molecole dello stesso tipo (es. due molecole di
acqua o due molecole di ammoniaca) si ritrovano vicine e
disposte in maniera tale che l'idrogeno positivizzato
rientri nella sfera di azione di un
Lone pair dell'elemento
elettronegativo, l'idrogeno stesso (δ+)
verrà attratto con la formazione di un legame
più intenso rispetto a quello relativo ad una semplice interazione
dipolo-dipolo. Qualcuno si sbilancia affermando che si
può pensare alla "tendenziale" formazione di un
legame dativo. Il legame idrogeno che si instaura nell'acqua ha una
forza di circa quindici volte minore rispetto ad un normale
legame covalente H-O (7 kcal/mole contro 110) e una distanza di
legame media notevolmente maggiore.
Il risultato più evidente, derivante dalla struttura solida dell'acqua, e che le molecole si dispongono lasciando una maggiore quantità di spazio libero rispetto alla struttura dinamica in fase liquida. In virtù di questo fatto, la densità del ghiaccio risulta minore rispetto a quella dell'acqua liquida, e quindi il solido (H2O(s)) tende a galleggiare sul liquido (H2O(l)) In NH3 il legame idrogeno è più debole perchè l'elettronegatività dell'azoto è minore rispetto a quella dell'ossigeno. Molto forte risulta invece il legame idrogeno in HF, ma questa sostanza bolle a una temperatura inferiore a quella dell'acqua sia perchè può formare un solo legame idrogeno ma anche a causa della formazione di aggregati stabili persistenti in fase gassosa. Il legame idrogeno è presente nei derivati dell'ammoniaca e dell'acqua (es. ammine, alcoli, eteri...) Possibilità di legame idrogeno nell'acido fluoridrico e nell'acido acetico Importanza del legame idrogeno
Nella parte destra della figura seguente viene rappresentata la generica struttura a doppia elica di uno spezzone di B-DNA. Nell'espanso in forma piana (a sinistra) viene illustrato l'accoppiamento delle coppie di basi (in grigio) mediante il legame idrogeno (magenta - fuchsia). Le basi sono supportate da un "Backbone" di molecole di zucchero (deossiribosio) collegate mediante gruppi fosfato. Segue una ulteriore espansione per evidenziare il collegamente 5'---3' dell'avvolgimento posto a sinistra nella rappresentazione piana (collegamenti in rosso) A sinistra ancora uno spezzone di B-DNA con il "Backbone" colorato in giallo mentre le coppie di basi sono colorate in magenta - fuchsia. In questo modo risulta facile evidenziare la posizione delle basi (rivolte verso l'interno e quasi perpendicolari all'asse della doppia elica). Risulta altresì evidente la differenza tra il piccolo e il grande solco (in quest'ultimo le basi sono più facilmente accessibili ad agenti esterni). |