Diagrammi di stato (o di fase) Si definisce FASE ogni parte di un sistema, di composizione chimica determinata, con proprietà fisiche uniformi, separata dalle altre parti del sistema da superfici limite fisicamente definite. Ogni sostanza pura può esistere in varie fasi distinte: solido, liquido o aeriforme. La fase solida, per alcune sostanze, può essere divisa in ulteriori fasi differenti a seconda della tipologia del reticolo cristallino. Il campo di esistenza di una fase è definito entro certi limiti di temperatura e pressione. Le relazioni tra gli stati solido, liquido e di vapore delle sostanze in funzione della temperatura e della pressione, possono essere riassunte in grafici chiamati diagrammi di stato o di fase. Tali diagrammi sono caratteristici per ogni sostanza e vengono ricavati da dati ottenuti per via sperimentale. Un diagramma di stato riporta in assi cartesiani la pressione e la temperatura, ed è costituito da linee che separano zone che individuano le fasi possibili per la sostanza in studio. La nostra trattazione si limiterà ai diagrammi di stato dell'acqua e del diossido di carbonio.
DIAGRAMMA DI STATO DELL'ACQUA Nella forma più semplice, cioè con temperature e pressioni comprese in un intervallo non molto esteso, in questo diagramma si individuano tre zone, segnalate con differenti colori nella figura seguente, che caratterizzano le tre fasi (solida, liquida e vapore) per la sostanza H2O. Se una coppia di valori (T,P) produce un punto che ricade dentro una specifica zona, significa che per quei valori di temperatura e pressione, lo stato fisico stabile è quello indicato dal diagramma. Per intenderci, se il punto ricade nella zona azzurra l'acqua si trova allo stato liquido, se invece ricade nella zona grigia l'acqua è sotto forma di ghiaccio etc.. Le tre zone che individuano i campi di esistenza delle varie fasi sono separate da tre linee distinte che si congiungono in un punto detto punto triplo (O)
Ciascuna linea rappresenta una serie di punti di equilibrio tra due fasi. La curva verde (OA) rappresenta l'equilibrio tra la fase solida e quella aeriforme ("curva di sublimazione"). La curva rossa (OB) rappresenta l'equilibro tra la fase liquida e la fase aeriforme ("curva di evaporazione e condensazione"). La curva blu (OC) rappresenta l'equilibrio tra la fase solida e quella liquida ("curva di fusione e solidificazione"). Si consideri una quantità di acqua pari ad una mole (18 g) inserita in un cilindro e sottoposta alla pressione costante di una atmosfera mediante un opportuno pistone che chiude ermeticamente il sistema; il tutto viene posizionato in un ambiente controllato dal punto di vista termico. Si immagini
adesso di trovarsi nella condizione individuata da un punto preciso nel diagramma di stato corrispondente alla coppia di valori
( ad esempio -8°C , 1atm ) e, mantenendo costante la pressione, di aumentare
lentamente la temperatura somministrando calore al sistema in maniera molto graduale.
Ripetendo l'esperienza utilizzando pressioni via via più
basse, si possono individuare tutti i punti di equilibrio tra le fasi utili per la costruzione del diagramma.
In particolare si può notare la notevole variazione in diminuzione
della temperatura di equilibrio Liquido-Vapore (di ebollizione per un sistema aaperto) e la piccola variazione in aumento
della temperatura di fusione (pendenza negativa molto elevata della curva di equilibrio Solido-Liquido). Il punto triplo, individuato dall'incrocio delle tre linee di equilibrio, rappresenta il punto di equilibrio tra le tre fasi osservabili per l'acqua nella zona (T,P) cui stiamo facendo riferimento. Nel punto triplo il sistema è zerovariante, nel senso che esso è univocamente individuato da una coppia di valori (T,P) e che una qualunque variazione di una delle variabili (T o P) porta irrimediabilmente alla scomparsa di almeno una fase, anche se si modifica a piacere l'altra variabile.
DIAGRAMMA DI STATO DEL DIOSSIDO DI CARBONIO In apparenza sembra molto simile a quello dell'acqua, ma è sostanzialmente differente. Una prima differenza riguarda la pendenza della linea blu (OC) che in questo caso è positiva, come per la gran parte delle sostanze chimiche. La pendenza negativa nel caso dell'acqua deriva dal fatto che la densità del solido (ghiaccio) è inferiore a quella del liquido. Un'altra notevole differenza consiste nella posizione del punto triplo che si trova al di sopra di 5 atmosfere di pressione e a circa - 58°C. Quest'ultima considerazione fa capire che il CO2, nelle normali condizioni di pressione (1 atm), può trovarsi solo in forma solida o aeriforme (non può essere un liquido). Il diossido di carbonio solido, spesso impiegato in campo bio-medico, viene chiamato anche "ghiaccio secco" proprio perché non passa alla fase liquida per riscaldamento, ma sublima passando direttamente alla fase gassosa.
DIAGRAMMA DI STATO DELLE SOLUZIONI ACQUOSE La presenza di un soluto non volatile in soluzione acquosa, modifica il sistema che in precedenza era costituito solo dal solvente puro. Le variazioni riguardano anche il diagramma di stato, per il quale l'abbassamento della tensione di vapore si evidenzia come uno slittamento verso il basso della curva di equilibrio liquido-vapore (abbassamento della tensione di vapore) e della curva di equilibrio solido-liquido. Come risultato finale complessivo si può considerare un ingrandimento del campo di esistenza della fase liquida Diagramma di stato di una soluzione nello stesso solvente (linee tratteggiate) Nell'illustrazione vengono prese in considerazione due proprietà colligative conseguenti al fenomeno di soluzione: il ΔT crioscopico ed il ΔT ebullioscopico. Dallesame dei diagrammi di stato, si può subito vedere
che, come conseguenza dellabbassamento della tensione di vapore
del solvente, per aggiunta di un soluto non volatile, si avrà un abbassamento del punto di congelamento della soluzione (ΔTcr)
e un innalzamento del punto di ebollizione (ΔTeb). Crioscopia - Il ΔTcr rappresenta di quanto si deve abbassare la temperatura, rispetto al normale punto di congelamento, affinché si verifichi il fenomeno del congelamento in presenza di un soluto non volatile. Quando si abbassa la temperatura si ridurre lagitazione termica in modo che le molecole di solvente rimangano vicine per un tempo maggiore e questo favorisce la formazione dei legami solvente-solvente che però risulta ostacolato dalla presenza delle particlle estranee dovute alla presenza di soluto. Ebullioscopia - Il punto di ebollizione corrisponde a quella temperatura alla quale la tensione di vapore di un liquido uguaglia la pressione esterna che usualmente è quella atmosferica. Poiché la tensione di vapore di una soluzione liquida di un soluto non volatile è minore rispetto a quella del solvente puro, bisogna aumentare la temperatura di quanto basta per aumentare la tensione di vapore fino al raggiungimento della pressione esterna. Labbassamento del punto di congelamento è proporzionale alla concentrazione molale delle particlle estranee dovute alla presenza di soluto m e cioè: (NOTA: in termini formali il ΔTcr è inteso come valore assoluto) ΔTcr = Kcr . m
Lo stesso può dirsi per linnalzamento del punto di ebollizione: ΔTeb = Keb . m
L'utilizzo della concentrazione espressa in molalità deriva dalla necessità che il termine di concentrazione non vari durante gli esperimenti a causa delle espansioni o contrazioni di volume dovute alla differenze di temperatura rispetto a quella di preparazione delle soluzioni e a quelle dovute ai passaggi di stato. Kcr e Keb corrispondono allabbassamento del punto di congelamento e allinnalzamento del punto di ebollizione quando, in teoria, m = 1 e cioè quando si scioglie una mole di soluto in 1000 grammi di solvente. Tali costanti sono state determinate e appositamente tabulate per tutta una serie di solventi, utilizzando nella pratica sperimentale soluzioni molto diluite. Il ΔTcr e il ΔTeb sono proprietà colligativa perchè sono funzione della concentrazione delle particelle chimiche "estranee" al solvente e non dipendono dalla loro natura o identità chimica; queste particelle derivano dalla o dalle sostanze che si solubilizzano nel solvente. Il numero di particelle "estranee" ottenute da una certa quantità di un determinato composto chimico che viene solulbilizzzato puņ dipendere dalla sua natura e dall'interazione con il solvente.
Per la determinazione del peso molecolare di un soluto si può utilizzare il metodo crioscopico o quello ebulliscopico. Preparata una soluzione con una certa quantità di soluto in una nota quantità di solvente del quale è conosciuta la costante crioscopica o ebullioscopica, si può sperimentalmente determinare il ΔT e ricavare il PM mediante la formula inversa:
|