La massa atomica relativa e la massa molecolare relativa
La massa assoluta di un atomo di qualunque elemento è estremamente piccola in riferimento alle masse con cui solitamente abbiamo a che fare. Nei primi anni del 1800, Dalton pensò ad una serie di masse relative come rapporto tra le masse degli atomi degli elementi e la massa dell’elemento con l’atomo più piccolo da usare come riferimento (l’atomo di idrogeno). Pertanto, se l’atomo di idrogeno veniva indicato come massa di riferimento, la sua massa relativa numericamente assumeva il valore 1; l’atomo di ossigeno, 16 volte più pesante aveva come massa relativa il numero 16; l’atomo di zolfo 32 etc. etc.
La mole e il numero di moli
Il concetto di mole venne utilizzato per la prima volta dal famoso chimico tedesco Wilhelm Ostwald dopo il 1894. Oggi la mole costituisce l'unità di misura delle quantità di sostanza nel Sistema Internazionale (SI). La massa molare dell'entità utilizzata è la massa macroscopica di una mole di entità elementari, così la massa molare di una specie chimica è la massa di una mole di molecole (ioni o gruppi atomici). La massa molare ha come unità di misura il grammo per mole (g mol-1) (kg mol-1 per IUPAC) ed è, come già detto, numericamente uguale alla massa relativa (u) delle entità microscopiche. Pertanto la massa molare del 12C è 12 g mol-1 mentre la massa molare dell'acqua è 18 g mol-1. Calcolo del numero di moli (quantità di sostanza) (NOTA: non rispetto la simbologia IUPAC) 1 mole AB : MM(g) AB = x moli AB : massa in grammi m(g) AB pertanto il numero di moli (x) di AB, corrispondenti alla massa in grammi m(g) di AB saranno
Nel calcolo reale non si considera il moltiplicatore unitario, ma in questo caso usiamo la massa molare con l'unità di misura che gli compete.
In pratica, per una specie chimica, la massa molare MM (g mol-1) è numericamente pari alla massa molecolare relativa (u), la quale è comunemente chiamata Peso Molecolare (PM). Anche se non corretta dal punto di vista dimensionale, possiamo usare comunque la seguente espressione (ma ricordatevi il problema dimensionale): La stessa cosa non vale per la massa che deve essere necessariamente indicata ed espressa in grammi (anche allo scopo di essere chiaramente obbligati alle giuste conversioni nel caso in cui nei problemi vengano forniti dati che conducono a unità differenti) Se si volesse procedere secondo la IUPAC avremmo:
La percentuale degli elementi in un composto puro
Se abbiamo a che fare con un composto puro costituito da molecole, sappiamo che si tratta di una enorme quantità di oggetti (le molecole) tutte uguali nelle quali viene rispettato il rapporto tra il numero di atomi dei diversi elementi che compongono la specie. Se invece di sostanze molecolari abbiamo a che fare con composti ionici o solidi covalenti che non hanno molecole, anche in questo caso viene mantenuto il rispetto nel rapporto di composizione in quella che chiamiamo formula chimica. Pertanto, se intendiamo conoscere la percentuale di un elemento in un composto chimico puro, possiamo fare riferimento alla quantità minima del composto, cioè la sua formula. Esempio 1
Il rapporto tra la massa di un singolo componente e la massa totale nella formula è la frazione del componente considerato rispetto l'unita di massa (parte rispetto al tutto). Moltiplicando questa frazione per il numero 100 si ottiene la quantità del componente rispetto a 100 unità di massa: questa è la definizione del percento in massa.
Esempio 2
Esempio 2b (dalla composizione percentuale alla formula empirica)
Concetti basilari di stechiometria nelle reazioni chimiche
Una reazione chimica viene scritta utilizzando gli opportuni simboli. Così, ad esempio, una reazione che avviene consumando completamente reagenti finché presenti (ovvro consumando completamente il reagente in difetto come vedremo più avanti), è indicata con una singola freccia orizzontale con il verso diretto a destra. A sinistra della freccia si sistemano le formule dei reagenti e, alla destra della freccia si pongono le formule dei prodotti. Le reazioni devono essere bilanciate, nel senso che il numero di atomi presenti come reagenti deve uguagliare quello presente nei prodotti.
In base alla stechiometria proposta, una mole di A intende reagire con una mole di B, ovvero un qualunque numero di moli di A intende reagire con un ugual numero di moli di B. Pertanto 0.5 moli di A reagiranno completamente con 0.5 moli di B e, di conseguenza, sempre osservando la stechiometria del processo, si formeranno 0.5 moli di ciascun prodotto:
Come potete osservare, nel particolare caso proposto, la situazione finale consiste nel consumo totale dei reagenti e la formazione dei prodotti. Supponiamo adesso, per la stessa reazione precedente, di proporre una variante sulle quantità dei reagenti (già tradotti in moli)
Come potete vedere, la situazione iniziale è tale per cui le moli dei due reagenti sono diverse. Le 1.5 moli di A vorrebbero reagire con 1.5 moli di B come recita la stechiometria del processo ma ciò è impossibile perché sono presenti solo 0.5 moli di B, pertanto solo 0.5 moli di A potranno reagire con altrettante moli di B, e la rimante parte di A rimarrà come eccesso. Ecco lo schema:
In definitiva, nelle reazioni che avvengono completamente verso destra, è il consumo complessivo del reagente in difetto che determina la quantità di prodotti che si possono formare. Adesso cambiamo la stechiometria del processo reattivo e introduciamo le quantità di reagenti sotto indicate:
In questo caso la mole introdotta di A vorrebbe reagire con due moli di B, ma non le trova, mentre, inversamente, la mole di B intende reagire con una quantità pari alla sua meta (cioè 0.5 moli) di A e questo è possibile. Pertanto quello che succede è impostato nel seguente riquadro:
Nel caso proposto, il reagente in difetto è quello indicato con la lettera B, anche se le quantità molari iniziali dei due reagenti sono le stesse. Quando i coefficienti delle reazioni sono un poco più complicati e le quantità molari sono numeri con decimali, il ragionamento mentale può essere più difficile; in questi casi vi consiglio di utilizzare un doppio ragionamento con il calcolatore tra le mani. Qui di seguito vi propongo un esempio del genere.
In questo caso, con molta calma, è bene procedere nella sequenza logica indicata dallo schema di reazione secondo il ragionamento che vi propongo qui di seguito, dove al posto del classico “sta” delle proporzioni uso il più espressivo “reagirebbero”. Primo tentativo: (A:B=A:B) Secondo tentativo: (B:A=B:A)
Si noti che la quantità in moli che governa la reazione, anche in questo caso, è quella del reagente in difetto, pertanto le moli di C che si formeranno saranno uguali a quelle di B, mentre le moli di D saranno esattamente la metà (si osservi la corrispondenza stechiometrica dei coefficienti).
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