Note di termodinamica CHIMICA (4)Note conclusive sull'entropia e introduzione all'Energia Libera
L'ENERGIA LIBERA
Definizione
Nella pratica risulta più conveniente la cosiddetta entalpia libera (comunemente detta energia libera di Gibbs), definita nel modo seguente
A e G sono entrambe funzioni di stato, dipendono dalla temperatura e dalla pressione e sono variabili estensive. Il valore assoluto dell'energia libera di un sistema, come per l'entalpia, non è noto, pertanto, come vedremo, si utilizzano solo le variazioni di questa funzione termodinamica.
ENERGIA LIBERA e SPONTANEITA' Indichiamo come direzione predefinita quella che va dai reagenti verso i prodotti e osserviamo la parte destra della figura. In termini differenziali, un processo procede lungo la direzione predefinita se dG<0 (pendenza negativa), evolve in senso inverso se dG>0 (pendenza positiva) ed infine si trova in uno stato di equilibrio se dG=0 (in un minimo di energia libera del sistema in cui la pendenza nulla).
Energia libera standard di reazione. Per determinare l'energia libera standard di una reazione si può fare ricorso alle tabelle di energia libera molari standard di formazione. Quest'ultima grandezza è definita (analogamente all'entalpia standard di formazione) come la differenza di energia libera della reazione di formazione di una mole di composto.
Per il calcolo del ΔG°reazione valgono le stesse regole utilizzate per il ΔH°reazione tenendo conto che, come già visto per l’entalpia, per convenzione ΔGf° a 298K è nullo per tutte le specie elementari. Riepilogando, nelle tabelle dei dati chimico-fisici si trovano ΔH°f , ΔS°f e ΔG°f di composti e di elementi, per questi ultimi sono nulli i valori di ΔH°f , ΔG°f mentre si hanno, ovviamente, valori finiti di entropia di formazione. I valori di ΔG°f dei composti sono ricavati dagli altri due dati termodinamici mediante l'espressione (4.6) che vedremo fra poche righe. A temperatura e pressione costante, sempre riferendoci al sistema reazione, il calcolo può essere effettuato differenziando l’espressione di definizione (4.2).
In termini finiti e "a temperatura e pressione costante" l'equazione di Gibbs-Helmholtz diventa:
La (4.5) è valida se ΔHreazione e ΔSreazione si riferiscono alla temperatura T. In condizioni standard (T=298K):
Se la temperatura non è quella standard di 25°C, l'espressione (4.6) non è valida e può essere usata solo per "stimare" i valori di ΔGsistema purchè la temperatura non si discosti troppo dal valore cui si riferiscono il ΔHsistema e ΔSsistema. La relazione precedente (4.6) ci permette di predire con esattezza la direzione di un processo chimico quando lo stesso si trova nelle condizioni standard. Questo concetto viene definito spontaneità termodinamica e non indica se un processo avviene o non avviene, ma ne prevede la direzione, e magari di quanto procede in quella direzione, a partire dalle condizioni iniziali (quelle standard nel caso specifico). Risulta ovvio che se il valore del ΔG° di una reazione, ad esempio, assume valori molto negativi, i prodotti saranno certamente favoriti e la reazione avverrà prevalentemente verso destra. Diversamente, se il valore di ΔG° assume valori molto positivi la reazione risulterà sfavorita, spostata prevalentemente verso sinistra. Se le condizioni di lavoro sono drasticamente diverse da quelle standard, il ΔG°sistema potrebbe fornire indicazioni non coerenti con quanto appena detto. In biochimica, lo standard viene modificato nel ben noto ΔG°' proprio per evitare l'incoerenza accennata.
ENERGIA LIBERA MOLARE E POTENZIALE CHIMICO
Sebbene non sia possibile conoscere il valore assoluto dell'energia libera posseduta da una mole di sostanza pura, trattandosi di una proprietà estensiva, il valore di energia libera di due moli deve valere il doppio di quella posseduta da una mole. Il valore posseduto da una mole di sostanza pura è detto energia libera molare (GM).
Pur essendo adimensionale, l'attività discende da un rapporto di quantità definite nel modo seguente:
Se il sistema non è ideale i valori di pressione e concentrazione devono essere corretti mediante un apposito coefficiente, detto coefficiente di attività (o di fugacità nel caso dei gas). Per un soluto disciolto in un solvente, in termini molto qualitativi, l'attività non è la concentrazione reale, ma quella che effettivamente agisce e risulta attiva ai fini del processo considerato.
I coefficienti di attività sono ricavabili solo sperimentalmente. Nel caso dei soluti che si comportano da elettroliti, Peter Debye ed Erich Huckel hanno dimostrato che, almeno per concentrazioni non troppo elevate (<0.02 Molare) è possibile esprimere il coefficiente di attività in funzione della forza ionica globale Γ della soluzione secondo la seguente relazione:
Per concentrazioni maggiori esistono espressioni di Debye e Huckel più complesse. Nell'espressione semplificata, "A" è una costante che dipende dal solvente (0.51 per l'acqua); "z+" e "z-" sono rispettivamente la carica del catione e dell'anione; "Γ" (gamma maiuscolo) è la forza ionica, definita come la semisomma dei prodotti tra le concentrazioni e la carica degli ioni al quadrato:
La forza ionica di una soluzione è un indice della quantità di ioni in soluzione e dell'intensità del campo elettrico che essi producono. Per parecchi soluti ionici, il valore medio del coefficiente di attività, in soluzioni molto diluite, risulta molto prossimo al valore unitario (nota: attività e concentrazione coincidono). Nella tabella che segue sono riportati i coefficienti di attività medi sperimentali di alcune specie chimiche in soluzione a varie concentrazioni anche molto elevate (la forza ionica è quella dovuta all'unico soluto presente in soluzione)
La forza ionica delle soluzioni dipende da tutti i soluti ionizzabili presenti e non esclusivamente da quello o quelli di cui siamo direttamente interessati. La presenza di ioni "estranei" che producono un proprio campo elettrico, altera le interazioni tra gli ioni e quindi l'attività degli stessi.
Variazioni di Energia libera nelle reazioni chimiche Utilizziamo il generico schema di reazione:
La differenza di energia libera dei prodotti e quella dei reagenti si ottiene considerando l'energia libera molare di ogni componente moltiplicato per il coefficiente stechiometrico:
Considerando l'espressione (4.7)
GMi = GM°i + RT ln ai
avremo:
Ordinando i termini molari standard e i termini "RT ln a", e mettendo RT in evidenza:
Il primo termine in parentesi quadra è la variazione di energia libera standard della reazione. Il secondo termine, in base alle proprietà dei logaritmi prevede la forma tipica di un quoziente di reazione (adesso le parentesi tonde indicano l'attività):
L'espressione ricavata fornisce la differenza di energia libera nelle generiche condizioni di partenza utilizzate, e cioè con le attività specificate per i reagenti e per i prodotti. Il sistema tenderà ad evolvere verso le condizioni di equilibrio e, quando saranno raggiunte, il quoziente di reazione assumerà il valore della costante di equilibrio e pertanto la differenza di energia libera risulterà nulla:
Da cui deduciamo la seguente relazione tra la differenza di energia libera molare standard e la costante di equilibrio di una reazione:
In definitiva il formalismo termodinamico ci permette di prevedere le condizioni di equilibrio per una reazione mentre l'insieme dei parametri termodinamici ci può consentire di stabilire le modalità con cui essa si modifica per effetto di componenti estranei che sembrano solo spettatori.
Ad esempio per la reazione: Cdiamante Cgrafite troviamo tabulati i seguenti dati termodinamici
La variazione di energia libera standard per la reazione vale: ΔG°reaz. = ΔH°reaz. - T° ΔS°reaz. = (–1895) – 298.15 • (5.74 – 2.377) = –2898 J/mol Dal punto di vista termodinamico la reazione di conversione è spontanea (ΔG°reaz.<0). Questo significa che a 25°C il diamante tende a trasformarsi in grafite con un rapporto, ricavato dal ΔG°reaz., di circa 3/1 a favore della grafite. I tempi necessari per tale trasformazione sono estremamente lunghi.
Costante di equilibrio e temperatura La costante di equilibrio di una reazione può essere determinata analiticamente misurando la concentrazione all'equilibrio di tutte le specie chimiche che ne prendono parte, magari attraverso un opportuno utilizzo di metodologie di natura spettroscopica. ricordandoci dalll'eq. (4.12) che ΔGM° = - RT ln Keq
semplificando:
Se ci discostiamo poco dall'intorno dell temperatura standard si può ritenere costante la variazione di entropia: ΔS°reaz.
Per una reazione chimica, in un intorno non molto ampio (±15°) di temperatura, esiste una relazione lineare tra i valori del logaritmo delle costanti di equilibrio in funzione dell'inverso della temperatura assoluta. Estratto concettuale minimale di termodinamica |