Calcolo del pH delle soluzioni acquose (1)
PREMESSA In premessa, va detto quanto segue:
Generalità
ACIDI FORTI
[H3O+] = [HA] = Ca (concentrazione analitica "molare" dell'acido forte) pH = - log(Ca) Gli acidi forti più comuni:
BASI FORTI
[OH-] = Cb (concentrazione analitica "molare" della base forte) pOH = - log [OH-] pH = 14 - pOH Le basi forti più comuni: NOTA:
ACIDI DEBOLI
Per definire la concentrazione di ioni idronio ("protonica") della soluzione di un acido debole si deve considerare l'espressione analitica della sua costante di reazione con l'acqua (o di dissociazione). Supponendo costante la concentrazione dell'acqua, inglobata nella Ka, e considerando che [H3O+] è uguale ad [A-] per ragioni stechiometriche, possiamo scrivere:
La semplificazione effettuata al denominatore nell'ultimo passaggio è accettabile se si verificano le due generiche condizioni:
Anche se presente un errore del 5% sul valore di [H3O+] (valore sempre abbastanza elevato), in termini di pH, a causa della funzione logaritmica, l'errore si riduce ad un massimo dell'1%. Se non esistono le condizioni per procedere alla semplificazione o si è incerti sul da farsi, è consigliabile risolvere l'equazione di secondo grado completa che deriva dal riordino dell'espressione (1) non semplificata:
L'unica soluzione accettabile, per la precedente equazione, visto che Ka e Ca hanno valori sicuramente positivi, dopo opportuno riordino, è la seguente:
L'equazione completa può essere ottenuta trattando l'equilibrio dissociativo (o, meglio, quello relativo alla reazione acido base di Brønsted) nel consueto modo adottato per gli equilibri gassosi, ricordandosi che a reagire sono le moli e non le concentrazioni, anche se nello schema si può adottare la concentrazione (il volume è unico per tutte le specie in soluzione):
Dall'espressione della costante di equilibrio: segue una espressione perfettamente equivalente alla (3) con x al posto di [H3O+]:
NOTA:
BASI DEBOLI
il calcolo del pH di una soluzione contenente una base debole segue un criterio perfettamente simmetrico a quello già visto per un acido debole: segue la formula semplificata con le stesse limitazioni (Cb almeno 100 volte Kb): oppure quella senza semplificazioni:
SALI Le soluzioni di sali che derivano formalmente per reazione di un
acido debole con una base forte o per reazione di un acido forte con
una base debole manifestano un pH rispettivamente basico e acido. Ci sono
almeno due modi diversi per spiegare questo fatto. Il più
semplice consiste nel dissociare il sale ed effettuare un confronto con la dissociazione
dell'acqua. L'altro riguarda il concetto acido-base di Broensted: gli ioni derivanti dalla dissociazione in acqua sono acidi o basi coniugati rispettivamente di basi o acidi deboli e pertanto si comportano da acidi (Ka=Kw/Kb) o basi (Kb=Kw/Ka) in soluzione.
SALI (acido forte + base forte) Consideriamo il cloruro di sodio che deriva da un acido e una base entrambi forti e osserviamo le due dissociazioni presenti in soluzione (quella dell'acqua e quella del sale):
2 H2O(l) OH-(aq) + H3O+(aq)
In questo caso la formazione delle coppie NaOH e HCl è altamente improbabile perché rispettivamente base ed acido forte e quindi, per definizione, tendono a mantenersi completamente dissociati. Ne segue che NaCl non turba l'equilibrio di dissociazione dell'acqua. Si dice anche che si tratta di un sale che non "idrolizza" e non altera il pH del sistema, purché vengano adottati i criteri espressi in premessa.
SALI (acido debole + base forte) Consideriamo come esempio l'acetato di sodio:
2 H2O(l) OH-(aq) + H3O+(aq)
In questo caso la formazione della coppia NaOH è altamente improbabile, mentre CH3COOH tende a formarsi visto che si tratta di un acido che tende ad essere debole. Il risultato conseguente è la sottrazione di protoni all'equilibrio di dissociazione dell'acqua che, di conseguenza, si sposterà verso destra, mantenendo comunque un eccesso di ioni OH-. Questa interferenza sull'equilibrio di dissociazione dell'acqua può essere evidenziata anche considerando lo ione acetato come una semplice base di Brønsted nella seguente reazione, detta anche reazione di idrolisi: CH3COO-(aq) + H2O(l) CH3COOH(aq) + OH-(aq) Come già detto prima, per una base debole "spesso" è possibile utilizzare la formula semplificata: Ancora "spesso" si considera che la concentrazione della base di Brønsted [CH3COO-] risulta uguale a quella del sale da cui è derivato per completa dissociazione, per cui: La Kb viene indicata anche come costante di idrolisi "Ki". Non conviene ricordare a memoria le precedente formula perché non è sempre applicabile per i due seguenti motivi
SALI (acido forte + base debole) Consideriamo come esempio il cloruro di ammonio:
2 H2O(l) OH-(aq) + H3O+(aq)
In questo caso la formazione della coppia HCl è altamente improbabile, mentre NH3 tende a formarsi visto che si tratta di una base piuttosto debole. Il risultato conseguente è la sottrazione di ossidrilioni dall'equilibrio di dissociazione dell'acqua che si sposterà verso destra, mantenendo comunque un eccesso di ioni H+. Questa interferenza sull'equilibrio di dissociazione dell'acqua può essere evidenziata anche considerando lo ione ammonio come un acido di Brønsted nella seguente reazione, detta anche reazione di idrolisi: NH4+(aq) + H2O(l) NH3 (aq) + H3O+(aq) Per un acido debole spesso è possibile utilizzare la formula semplificata: Nel caso specifico, la concentrazione dell'acido di Brønsted [NH4+] risulta uguale a quella del sale da cui è derivato per completa dissociazione, per cui: Ricordando la relazione generale esistente tra un acido debole e la sua base coniugata in acqua (Kw = Ka.Kb), sarà:
Come per il precednete caso, non conviene ricordare a memoria le precedente formula perché non è sempre applicabile. NOTA: Per i sali che formalmente si possono far derivare dalla reazione di un acido debole con una base debole, il calcolo non è immediato. In questi casi il pH tende a discostarsi meno rispetto alla neutralità ma questo tipo di calcolo esula dalla nostra semplice trattazione. (Paritcolare è il caso dell'acetato di ammonio in cui Ka e Kb coincidono ed il pH non viene alterato). Grado di idrolisi
Soluzioni TAMPONE Le soluzioni tampone presentano un pH che varia abbastanza
poco per aggiunta di moderate quantità di acidi o di basi forti.
Sono usate in molti esperimenti di natura chimica e biologica. Tecnicamente
vengono usate per la standardizzazione dei piaccametri (strumenti misuratori di pH). Un sistema tampone, nella sua espressione più tipica, è costituito chimicamente
da "un acido debole in presenza della sua base coniugata in quantità paragonabile". L'efficienza del tampone aumenta con l'aumentare della sua concentrazione
ed è tanto migliore quanto più il rapporto [acido]/[base
coniugata] è prossimo all'unità. In questa sede non ci interesseremo del meccanismo di funzionamento
dei tamponi (vi preghiamo di studiarlo su un qualsiasi libro di chimica o di
rivedere gli appunti presi in aula). Cominciamo a vedere due esempi tipici. Tampone (Acido acetico/Acetato) (CH3COOH/CH3COO-)
CH3COOH(aq) + H2O(l) CH3COO-(aq) + H3O+(aq)
Questo tampone è formato dall'acido debole "acido acetico" e dalla sua base coniugata (ione acetato) aggiunto dall'esterno in fase di preparazione del tampone. La concentrazione protonica viene fornita dalla dissociazione dell'acido. Questo equilibrio, seppur forzatamente spostato verso sinistra a causa dell'aggiunta dello ione a comune (CH3COO-), deve obbedire alla seguente espressione dove tutte le concentrazioni sono quelle attuali: da cui: La concentrazione di acido debole attuale che non ha reagito con l'acqua ("indissociato") è uguale alla concentrazione analitica dell'acido meno quella
che ha reagito. La quantità
che ha reagito si à trasformata in ioni acetato
e in ioni idronio ma, mentre i primi si sommano a quelli derivati dal sale
aggiunto, i secondi derivano esclusivamente dalla reazione dell'acido debole con l'acqua. L'espressione precedente può essere risolta come una normale equazione di secondo grado completa ma viene spesso semplificata utilizzando direttamente le concentrazioni analitiche di acido e sale (la base coniugata): La semplificazione proposta risulta accettabile finchè la concentrazione più piccola (tra quella dell'acido è quella della base coniugata) risulta 10 volte maggiore del valore di Ka. L'espressione precedente viene anche utilizzata con il rapporto in numero di moli, visto che i componenti del tampone risiedono nello stesso volume: Il pH al quale questo tampone manifesta la massima efficacia (quando Ca = Cs), vale: pH = - log[H+] = - log(Ka) = - log(1.8×10-5) = 4.74
Tampone (Ammoniaca/Ammonio) (NH3/NH4+) In questo caso si osserva il tampone focalizzandosi sulla base e descrivendolo in termini di base/acido coniugato, storicamente perchè è nota la costante di dissociazione della base (ma non ci sarebbe nulla di strano nel considerare il tampone sempre nella direzione acido/base coniugata riottenendo la stessa formulazione precedente).
NH3 (aq) + H2O(l) NH4+(aq) + OH-(aq)
Questo tampone è formato dalla base debole ammoniaca e dal suo acido coniugato (ione ammonio) aggiunto dall'esterno. La concentrazione idrossilionica viene fornita dalla dissociazione della base. Questo equilibrio, seppur spostato verso sinistra a causa dell'aggiunta dello ione a comune (NH4+), deve obbedire alla seguente espressione dove tutte le concentrazioni sono quelle attuali: da cui: Riformulando i ragionamenti già fatti per il tampone (acido acetico/acetato), avremo: L'espressione precedente può essere risolta come una normale equazione di secondo grado completa ma viene spesso semplificata utilizzando direttamente le concentrazioni analitiche di base e sale (l'acido coniugato): La semplificazione proposta risulta accettabile finchè la concentrazione più piccola (tra quella dell'acido è quella della base coniugata) risulta 10 volte maggiore del valore di Kb. L'espressione precedente viene anche utilizzata con il rapporto in numero di moli, visto che i componenti del tampone risiedono nello stesso volume: Il pH al quale questo tampone manifesta la massima efficacia (quando Cb=Cs), vale: pOH = - log[OH-] = - log(Kb) = - log(1.8×10-5) = 4.74 |